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L'Etna |
Ormai da più di un anno, infatti, vivo da studentessa fuorisede a Milano, il che comporta passare dieci mesi l'anno lontana da casa, tornando giusto per le vacanze. La lontananza mi ha costretta a cambiare tanti aspetti della mia vita: ho imparato a gestire gli affetti a distanza, a sentire le persone anziché vederle, a perdermi compleanni e ricorrenze varie e a fare tante altre piccole rinunce. La nostalgia è diventata una fedele compagna, sempre pronta a palesarsi nei momenti più impensabili.
Accanto a tutto questo, però, ho sviluppato un amore immenso per Milano e ho costruito bellissimi rapporti umani. Il collegio in cui vivo è diventato una seconda casa e i ragazzi che lo abitano sono ormai più che amici, quasi fratelli. Ho anche acquistato la libertà e l'indipendenza di cui avevo sempre avvertito il bisogno quando vivevo in un piccolo paese sperduto nel centro della Sicilia.
Ad un certo punto, ho iniziato a sentirmi a casa anche a Milano e mi sono ritrovata con il cuore spaccato tra la mia Sicilia, il luogo nel quale sono cresciuta e dove trovo il calore e l'affetto infinito della mia famiglia, e Milano, la città che mi ha saputa accogliere e regalare momenti indimenticabili e amici preziosi. Questo vuol dire non riuscire ad essere mai totalmente felice, perché mentre sono in Sicilia mi manca Milano e quando torno a Milano inizia a mancarmi la Sicilia.
In questo momento, posso dire di aver trovato un equilibrio, che la frase "L'uomo è dov'è il suo cuore, non dove è il suo corpo" racchiude in pieno. Ho capito che con il cuore posso essere un attimo a Milano e quello dopo in Sicilia senza spostare il mio corpo di un millimetro, che le persone importanti me le porto dentro e posso sentirle vicine quando voglio perché l'affetto e il legame emotivo prescindono dai km.