24 dicembre 2016

Buon Natale!

Stamattina Facebook mi ha mostrato tra i ricordi una mia riflessione del 24 dicembre 2012, esattamente quattro anni fa. Dal momento che la trovo ancora interessante e  ricca di spunti, ho deciso di copiarla qui per approfondirla.

"Era così bello il Natale da piccoli...Svegliarsi presto e correre a vedere se c'era qualche regalo sotto l'albero,aspettare con ansia il permesso di aprire i regali,attendere per mesi quel giorno,sperando che ti avessero regalato il gioco che ti piaceva tanto...Vorrei tornare bambina e rivivere queste emozioni,perché adesso il Natale non ha più lo stesso sapore,manca la magia dell'attesa e la gioia per aver ricevuto quello che desideravi.Adesso il Natale significa passare una splendida giornata con la mia meravigliosa famiglia,mangiare tutti insieme e respirare la serenità nell'aria. Comunque,il Natale è sempre fantastico!!!!"

Quella che scriveva di voler tornare bambina era una Gaia sedicenne in piena crisi adolescenziale, una ragazzina che si sentiva non più piccola ma non ancora adulta. Non sapeva quale era il suo posto nella famiglia, non capiva se doveva stare al tavolo dei bambini o a quello dei grandi e si sentiva fuori luogo in entrambi. Guardava i cuginetti piccoli aprire i loro regali con la gioia pura che solo i bambini sanno provare e scartava i suoi non trovando mai quello che sperava, accumulando delusione su delusione. Nel pomeriggio, poi, quando i bambini si divertivano con i regali appena ricevuti e gli adulti chiacchieravano di cose che lei non capiva, si rintanava nella solitudine di una stanza a pensare. Così, ogni Natale finiva per essere una bella giornata che però lasciava sempre un velo di malinconia dal quale nasceva il profondo desiderio di tornare bambini. 
Crescendo, piano piano quell'adolescente ha riscoperto la magia del Natale come momento di gioia e condivisione. Ha imparato a tornare un po' bambina, a godersi di nuovo la sorpresa del regalo e, se non è quello che si aspettava o desiderava, non importa perché è comunque bellissimo il pensiero. 
Adesso, il Natale è di nuovo quel momento magico di attesa e stupore sincero, di serenità e pace. 
Da quando sono a Milano, poi, il solo fatto di riunirsi tutti a casa del nonno e passare la giornata insieme ha acquistato un'importanza tutta nuova, è diventato un momento atteso per mesi. Allora non importa il rumore, le urla, il chiacchiericcio, le liti durante la tombola o le giocate a carte. Importa solo che si è, finalmente, tutti insieme, riuniti per un solo scopo: stare insieme e divertirsi, godendosi la serenità di una famiglia unita.

In conclusione, auguro a tutti voi che leggerete questo post di passare un Natale sereno e gioioso, magari riscoprendovi anche un po' bambini. 


12 dicembre 2016

Esperienze da fuorisede: il ritorno.

Ogni fuorisede si trova a vivere un momento speciale, circa tre volte l'anno: quello del ritorno a casa.
Valigie e scatoloni a luglio 2016
Il biglietto aereo è già pronto da mesi, il conto alla rovescia è iniziato lo stesso giorno in cui sei partita e, all'improvviso, realizzi che il giorno tanto atteso si avvicina. Allora vai in fibrillazione. Prendi la valigia e inizi a guardarla, ogni giorno più impaziente di riempirla, come se questo potesse accelerare il tempo. 
Fai il check-in, stampi il biglietto, lo metti bene in vista e inizi a realizzare che tra poco sarai a casa, rivedrai la tua famiglia e i tuoi affetti. 
Non parli più d'altro con i tuoi parenti, con i tuoi amici, con chiunque ti sta intorno. Continui a ripetere che tra poco rientrerai a casa. 
Al telefono, mamma inizia a dirti che sta già preparando tutto, papà progetta cose da fare insieme, tua sorella diventa inaspettatamente dolce e arriva a offrirti i suoi vestiti, a patto che ti sbrighi. Allora, anche tu inizi a scalpitare, a morire dalla voglia di salire su quell'aereo che ti porterà in poche ore dall'altra parte d'Italia, dove tutti ti stanno aspettando con ansia. 
Poi, quando finalmente arrivi, sembra tutto strano. 
Ti trovi coperta di piccole attenzioni che ti fanno sentire amata: mamma ha messo le lenzuola pulite e profumate apposta per te, papà ha preso un giorno di ferie solo per poterti venire a prendere, i nonni aspettano svegli fino a tardi che li chiami per avvisare che sei a casa, la tua cuginetta preferita ha fatto di tutto per non addormentarsi prima di poterti abbracciare...E anche i giorni successivi sono bellissimi, con tutti che cercano di esaudire ogni tua minima richiesta, che sia essere accompagnata da qualche parte o mangiare un determinato cibo. 
Tornare dopo due mesi di assenza ti fa davvero apprezzare l'importanza e la bellezza di avere una famiglia che ti ama, sente la tua mancanza e si mostra più affettuosa di quanto potresti immaginare. 
Tra soli cinque giorni, io vivrò tutto questo e, sinceramente, non vedo già l'ora.