Nel primo post del 2018, ci tenevo a ricordare il miglior cantautore italiano.

L'11 gennaio 1999, 19 anni fa, è morto Fabrizio De Andrè. È morto
l’uomo, ma il cantautore vive ancora, reso immortale dalla sua musica e dai
suoi testi ancora (drammaticamente) attuali. Le sue canzoni, infatti, erano
spesso permeate di attualità, di temi profondi e di messaggi scomodi. De Andrè
stesso era un personaggio “scomodo”, anticonformista, anarchico, ateo, uno che
guardava la realtà con cinica disillusione. I suoi testi mirano quasi sempre a ridare
dignità sociale ai più reietti, a chi non l’aveva mai avuta.
L’esempio più lampante è forse la “Canzone di Marinella”, nella quale De
Andrè riesce a rendere immortale la storia di una ragazza costretta a prostituirsi e
poi uccisa in silenzio, senza che nessuno si preoccupi di cercare il suo
assassino. Spesso, poi, Faber attacca una società marcia e corrotta ,
descrivendo torti ed ingiustizie perpetrate dai più potenti a danno dei più
deboli, talvolta criticando aspramente anche la politica e lo Stato. Tuttavia,
quello che maggiormente mi colpisce delle sue canzoni, è il tono in cui questi
temi sono affrontati: con leggerezza e ironia, spesso con irriverenza, ma senza
mai perdere la poeticità. Di Faber adoro anche il fatto che ogni canzone sia
un’opportunità di riflessione, approfondimento e ricerca. Quando lo ascolto,
infatti, solitamente mi ritrovo a chiedermi che messaggio contiene ogni testo, quale
sia la sua storia, lo spunto dal quale è nato, il contesto in cui è stato
scritto e sento il bisogno di cercare informazioni a riguardo e approfondire gli
eventuali riferimenti storici o letterari di cui l’intera produzione
deandreiana è ricca. Per questa sua capacità De Andrè, a mio parere, è tra i migliori cantautori italiani, se non il migliore in assoluto, e la sua scomparsa ha lasciato un immenso vuoto
nel panorama musicale italiano perché nessun altro è stato e sarà mai in grado di
eguagliare la profondità dei suoi testi, vere e proprie poesie che
contengono messaggi sempre attuali. Dunque, grazie Faber per averci regalato la tua musica che ci ricorderà sempre quanto fossi immenso.
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